‘Ndrangheta: trovato manoscritto con formule rituali

Reggio Calabria Cronaca

Un manoscritto contenente formule rituali di affiliazione alla’ndrangheta, chiamato nelle intercettazioni anche "il Vangelo", e' stato trovato nel corso delle indagini che hanno portato alla maxioperazione condotta dai carabinieri di Torino questa mattina, con l'esecuzione di 143 arresti. L'uso peculiare del linguaggio e della terminologia e' stato sottolineato dagli inquirenti come tratto peculiare dell'organizzazione, "non un mero dato formale - ha detto il procuratore Sandro Ausiello - ma il modo in cui si realizzano i fondamenti del sodalizio criminoso". I carabinieri hanno documentato, con intercettazioni audio e video e con pedinamenti, 138 incontri fra 'ndranghetisti di ogni livello per trattare ogni genere di affari. Tra questi incontri anche 5 funerali e una Comunione. Anche un semplice brindisi a tavola, come si e' visto in uno dei video mostrato in conferenza stampa, poteva nascondere dietro formule apparentemente incomprensibili, la sigla di un patto.

Concorso esterno in associazione mafiosa e' il reato contestato a Nevio Coral, ex sindaco per 30 anni di Leini' (TO). "Il principio che dobbiamo adottare - dice Coral in un'intercettazione telefonica con uno degli 'ndranghetisti arrestati - e' la creazione di un gruppo: ne mettiamo uno in Comune, uno in Consiglio, uno alla Pro Loco, e cosi' diventiamo un gruppo forte". Il Procuratore capo Giancarlo Caselli ha definito Coral "un biglietto da visita per la 'ndrangheta da spendersi nel mondo imprenditoriale e politico piemontese. Un soggetto ben collocato nell'ambiente 'ndranghetista, che foraggia gli affiliati quando detenuti, che promette posti di lavoro, che consente a esponenti malavitosi di insediare la sede della loro impresa nei capannoni della Coral Spa. Non certo uno spettatore passivo - ha aggiunto Caselli - non c'e' alcun dubbio del Gip sulla sua consapevolezza" di trattare con un'organizzazione criminale.

Aggiornamento h 17:35

L'attività investigativa ha documentato l'esistenza in provincia di Torino di nove "locali" di 'ndrangheta (la struttura organizzativa di base della 'ndrangheta), di un "crimine", cioe' di una struttura territoriale deputata al compimento delle azioni violente nell'interesse di tutti i "locali" insediati in Torino e zone limitrofe, e di una 'ndrina distaccata, detta "Bastarda" (la 'ndrina e' una cosca, famiglia di appartenenza del mafioso). Inoltre le indagini hanno fatto emergere la figura di un responsabile provinciale e la volonta' da parte degli affiliati di istituire in Piemonte, sul modello della "provincia", organo di vertice della 'ndrangheta reggina, una "camera di controllo" di cui dovevano fare parte gli affiliati in rappresentanza dei tre mandamenti sotto il controllo dei quali si riuniscono ed operano i "locali" di Reggio Calabria e delle aree tirrenica e ionica di quella stessa provincia; e di del "crimine", in grado di coordinare le iniziative criminali delle singole articolazioni che la compongono.

I "locali" attivi in Provincia di Torino - seppure dotati di una circoscritta autonomia operativa - sono risultati comunque assoggettati alle decisioni assunte dai vertici della 'ndrangheta reggina, come confermato anche dalla presenza di referenti calabresi che curavano direttamente i rapporti tra i "locali" del torinese e quelli di origine in Calabria. Le indagini hanno evidenziato la capacita' del sodalizio di gestire numerose attivita' imprenditoriali nel campo dell'edilizia privata sia con l'imposizione di proprie ditte per l'esecuzione dei lavori sia attraverso l'assunzione obbligata di soggetti impiegati per i servizi di "guardiania" in numerosi cantieri edili. Infine si e' accertata la volonta' del sodalizio di influenzare alcune competizioni elettorali attraverso il voto di scambio.

L'indagine, che si fonda sulle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, sulle intercettazioni telefoniche e ambientali, e su servizi di osservazione, controllo e pedinamento (con tanto di video riprese), ha dovuto superare l'ostacolo della decriptazione del linguaggio usato dagli 'ndranghetisti, tanto da redigere un vero e proprio vocabolario del gergo malavitoso e delle sue strutture. Ad esempio, la "Societa'" e' la riunione di piu' affiliati; gli 'ndranghetisti fanno parte della "onorata societa'", sono uomini d'onore e si differenziano da tutti gli altri che vengono chiamati "contrasti", mentre "contrasti onorati" sono quanti non fanno parte della 'ndrangheta, ma che per "dignita' e meriti" potrebbero entrare a farne parte. "Copiata" e' il termine che indica invece i nomi dei sodali che un compartecipe deve ricordare, in quanto sono coloro che lo hanno affiliato o che gli hanno conferito un avanzamento di grado, attribuendogli una "dote" superiore.

L'articolazione in strutture territoriali dette "locali", aveva ulteriori specificazioni: con "locale aperto" s'intende il "locale attivo", quello la cui costituzione e' stata autorizzata dai vertici della 'ndrangheta, mentre al contrario, il "locale chiuso" non gode dell'assenso dei vertici della 'ndrangheta e quindi non e' autorizzato a operare. I locali si riuniscono poi annualmente nella "Riunione di Polsi", incontro tradizionale che si svolge nei primi giorni di settembre al Santuario della Madonna di Polsi, nel Comune di San Luca. Partecipano tutti i rappresentanti dei "locali di 'ndrangheta" diffusi sul territorio nazionale e internazionale. C'e' poi la "Dote", cioe' il grado conferito ad un affiliato, esplicativa del "valore" del sodale all'interno della compagine: man mano che il "valore" aumenta, cresce la dote e l'affiliato acquista un grado superiore. E il "banco", una sorta di consiglio di amministrazione di una societa' nelle sue articolazioni territoriali. Si distinguono poi la "Societa' maggiore", cioe' l'insieme degli 'ndranghetisti che, possedendo "doti" superiori al grado di sgarrista o camorrista di sgarro, fanno parte dello "stato maggiore" del singolo "locale"; e la "societa' minore", l'insieme dei "picciotti", dei "camorristi" e degli "sgarristi".

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