‘Ndrangheta ed appalti: tangenti per i lavori dell’A3, colpo ai clan di Palmi

Reggio Calabria Cronaca
Gli arrestati

Le mani delle cosche che operano nella zona di Palmi, nel Reggino, sugli appalti per i lavori di ammodernamento dell'A3. Con l'operazione denominata "Cosa mia", che all'alba di oggi ha visto la squadra mobile della questura di Reggio Calabria impegnata ad eseguire 52 provvedimenti restrittivi, sono stati colpiti elementi di spicco della 'ndrangheta capeggiata dalle famiglie Gallico - Morgante - Sgrò - Sciglitano, operante nel "Locale" di Palmi e zone limitrofe e quella riconducibile ai Bruzzise - Parrello del "Locale" di Barritteri e Seminara. Due 'ndrine tra loro contrapposte e coinvolte in una sanguinosa faida che, nel corso degli anni, ha mietuto decine di morti tra gli opposti schieramenti. 46 le persone arrestate oggi nella maxi operazione della polizia, gli altri sei mandati sono stati emessi per persone che si trovano già in carcere, accusate, a vario titolo, di associazione mafiosa, omicidi ed estorsione. Tra le persone arrestate stamani infatti vi sarebbero mandanti e autori di una decina di delitti. Molti dei reati addebitati agli indagati - secondo gli investigatori - sono stati consumati prevalentemente nel contesto e nelle aree interessate dai lavori di ammodernamento del V macrolotto dell'autostrada A3, Salerno-Reggio Calabria, nel segmento nodale tra gli svincoli di Gioia Tauro e Scilla. L'attività investigativa, durata due anni, viene considerata la naturale prosecuzione dell'inchiesta "Arca" che, nel luglio di tre anni fa, aveva portato all'arresto di 15 persone, indagate per reati associativi finalizzati al controllo ed alla gestione di appalti pubblici relativi ai lavori del IV macrolotto dell'A3, nel tratto compreso tra gli svincoli di Rosarno e Gioia Tauro. Nel corso della conferenza stampa in questura a Reggio Calabria è stato evidenziato che il contesto generale dei lavori per l'ammodernamento autostradale fosse stretto - e per gli inquirenti lo è tuttora - nella morsa delle organizzazioni criminali collegate alle cosche della 'ndrangheta. Ad ogni impresa appaltatrice veniva applicata una tangente del 3% sull'appalto e un'altra della stessa percentuale sulla fornitura di calcestruzzo. L'inchiesta condotta dalla squadra mobile di Reggio Calabria e coordinata dal procuratore, Giuseppe Pignatone, dall'aggiunto Michele Prestipino e dal pm Giovanni Musarò della Dda reggina. Secondo gli investigatori, gli appetiti delle due consorterie per gli appalti dei lavori di ammodernamento della A3 avevano portato, recentemente, ad una riacutizzarsi della tensione con nuovi delitti.

Gli arrestati: Massimo Arico' 30 anni, Vincenzo Barone (30), Umberto Bellocco(73), Elena Bruzzise (29), Giovanni Bruzzise (26), Giuseppe Bruzzise(55),Vincenzo Cambareri (29), Roberto Caratozzolo (53), Rocco Carbone(43), Pasquale Casadonte (37),Antonino Ciappina (34), Antonio Costantino(40), Antonio Dinaro (64), Antonino Ficarra (45), Roberto Ficarra(33), Carmine Gaglioti (43), Mariangela Gaglioti (41), Pasquale Galimi(52), Antonino Gallico (42),Antonino Gallico (23), Carmelo Gallico(47), Domenico Gallico (52), Giuseppe Gallico (55),Italia Antonella Gallico (25), Lucia Gallico (28), Maria Antonietta Gallico (50),Rocco Gallico (45),Rocco Antonio Gioffre' (74). Ed ancora: Matteo Gramaglia, 57 anni, Vincenzo Gramaglia (31),Giulia Iannino(44),Alfredo Morabito (38), Filippo Morgante (40), Lucia Giuseppa Morgante (84), Salvatore Morgante(47),Vincenzo Oliverio (79), Giuseppe Papasergi (52), Diego Rao(29),Carmine Demetrio Santaiti (56), Gaetano Giuseppe Santaiti (43), Carmelo Sciglitano (28), Domenico Sciglitano (36),Vincenzo Sciglitano (30), Carmelo Sgro'(28), Elena Sgro' (79), Rosario Sgro' (66),Maria Carmela Surace(52), Antonio Bruzzise (43), Antonino Costa (23), Vincenzo Galimi(59),Domenico Gallico (37). Contestualmente alle misure cautelari, il giudice delle indagini preliminari, su analoga richiesta della Procura distrettuale reggina, ha disposto il sequestro preventivo di cinque imprese individuali tutti riconducibili a Matteo e Vincenzo Gramaglia, Roberto Ficara, Pasquale e Vincenzo Salimi. Il sequestro ha anche riguardato un immobile di Antonino Chiappino ed undici appezzamenti di terreno, di proprietà o riferibili a Rosario Sgro'. (LEGGI l'articolo correlato)